C’era
una volta un pratone in via Mezzofanti, a Milano. Un grande prato,
vero, selvatico e libero, circondato da vecchi muri in pietra.Per il
quartiere era molto più di uno spazio verde: un campo da calcio
improvvisato, un rifugio per giochi d’infanzia e feste di compleanno ,
punto d’incontro per chi portava a spasso il cane, per gli innamorati,
per discussioni infinite sotto gli alberi. Un luogo semplice ma vivo,
protetto dal traffico.
Poi, dieci anni fa, è arrivato il
cantiere della M4. Il prato è sparito, sostituito da macchinari, terra
smossa e ruspe. Il cantiere era necessario, certo, e si era promesso che
il pratone sarebbe tornato. Ma intanto si è scavato, lavorato,
costruito.
Alla fine, le stazioni della metropolitana e delle
ferrovie sono arrivate. E con esse, anche quello che pensavamo fosse
almeno il ripristino del parco. Durante i lavori le associazioni del
quartiere — Comitato Pratone, Associazione Grande Parco Forlanini,
Comitato Argonne Susa — hanno chiesto qualcosa di semplice: prati,
alberi, superfici permeabili, il vecchio muro come memoria, attivare il
sottopasso ferroviario già esistente tra via Cavriana e via Mezzofanti,
per andare a piedi o in bicicletta al vicino Forlanini. Ma
soprattutto: nessuna inutile pavimentazione e asfaltatura, ridurre al
minimo quanto è indispensabile rendendolo compatibile ambientalmente,
nessuna strada larga, non portare nel Pratone nuovo traffico.
Inascoltati,
il risultato è un giardino dimezzato, tagliato da uno stradone
d’asfalto inutile, pericoloso per i bambini, inquinante, uno spazio
invaso da cordoli e cordolini, impermeabile e rovente.
Questi temi sono stati affrontati da Validio Bertesaghi, Gianni Dapri e Grazia Concilio in un servizio del TG3 andato in onda alle 7:30 del 16/10/2025